Stefano Corti
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Con la deputata Laura Cavandoli abbiamo presentato un'interrogazione al ministro Speranza perchè si autorizzi una deroga di buonsenso all'ultimo Dpcm in favore degli spostamenti di quei cittadini che abitano in comuni al confine tra diverse regioni, come il caso del crinale tosco-emiliano. Ricordiamo che spesso si tratta degli stessi nuclei familiari separati da pochissimi chilometri l'un con l'altro. Non possiamo non dare voce, quindi, alla protesta lanciata dagli abitanti del versante appenninico modenese che chiedono di sanare un evidente paradosso normativo. Ovviamente, nessuno vuole derogare dal rispetto delle indicazioni sanitarie: gli spostamenti dovranno essere di andata e ritorno in giornata, per un massimo di 50 chilometri di distanza e con autocertificazione obbligatoria. Casi come quello di San Pellegrino in Alpe, con una piazza divisa a metà tra Emilia Romagna e Toscana, rappresentano l'esempio di come le regole non possono non tenere in conto le specificità territoriali: ne va della corretta dialettica tra Stato e comunità locali.

"La circolare inviata dalla Presidenza del Consiglio non esclude in alcun modo l’Anpi dalle celebrazioni del 25 aprile. Le associazioni partigiane e combattentistiche potranno quindi partecipare alle celebrazioni per il 75° anniversario della Liberazione, naturalmente in forme compatibili con l'attuale situazione di emergenza". Sembra incredibile ma in piena emergenza coronavirus  sono queste le parole usate nella nota ufficiale dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, parole che di fatto consentono all'Anpi di violare la quarantena per una festa trasformata da tempo dalla sinistra in una ricorrenza divisiva e che racconta solo una parte della realtà storica. Mentre gli italiani sono chiusi nelle loro case da due mesi, mentre si è impedito loro di celebrare la Pasqua o di dare l'ultimo saluto ai cari defunti, il Governo consente all'Anpi di scendere in piazza per il XXV Aprile. E' davvero uno schiaffo agli italiani, uno schiaffo nascosto dietro la parola Liberazione, usata strumentalmente per continuare a alimentare una costante caccia al nemico. Un nemico fascista che da tempo non esiste più in Italia, ma che la sinistra paradossalmente, dicendo di volerlo contrastare ne mutua metodi e atteggiamenti.

La decisione dell'amministrazione comunale di Modena di consegnare  una sola mascherina a famiglia, tra l'altro non confezionata e priva delle più elementari norme igieniche, è irresponsabile e va censurata categoricamente. Ma come si fa ad autorizzare una processione di auto, e quindi di persone, per ritirare un unico presidio la cui efficacia non supera le ventiquattro ore? La gestione dell'iniziativa è tanto avvilente quanto grottesca: mentre si espone la popolazione a rischi inutili, nulla si dice  sulle tredicimila mascherine consegnate alle edicole e sparite tra ieri e oggi in poche ore.  Perchè, invece di procedere a colpi di spot, il sindaco non pensa di dotare prima le categorie a rischio o quelle che ne necessitano per la loro professione, e solo dopo provvedere ad una distribuzione ragionata per il resto della cittadinanza? Sappia il sindaco che se si pretende responsabilità dai cittadini la stessa la si deve garantire loro: con la salute delle persone davvero non si gioca.

I dati dell'ultimo report dell'Istituto superiore di Sanità parlano chiaro: in Italia il 40,2% dei decessi nelle case di riposo ha interessato residenti contagiati dal Covid e il dato più alto in assoluto si registra in Emilia Romagna col 57,7%, davanti alla Lombardia col 53,4%. Evitando drammatici paragoni, i fatti dicono questo. Il popolo della Lega è fatto di persone serie, sa che le responsabilità vanno accertate, ma nessuno di noi si permette di chiedere il commissariamento di Bonaccini. Purtroppo assistiamo invece nei confronti del governatore Fontana ad un attacco costante e aprioristico, e parallelamente a complimenti incomprensibili nei confronti del governatore Pd emiliano-romagnolo. Tutto questo è triste e squallido in un momento simile. Nelle case di riposo in tutta Italia si è consumato un dramma, in Emilia Romagna più che altrove con dati percentualmente peggiori rispetto alla Lombardia funestata come nessuna altra Regione dal virus. Si dovrà fare piena luce su questa vicenda, una luce che non può essere falsata dalle lenti faziose dell'attacco politico al governo di centrodestra che ha fatto negli ultimi decenni grande la Lombardia.

Constato che sul numero di aprile del giornalino ufficiale del Liceo Tassoni, gli studenti a pagina 3 mi chiamano di nuovo in causa respingendo l'invito che a dicembre avevo loro rivolto affinchè venisse organizzata una assemblea pubblica con parlamentari di partiti diversi per affrontare temi legati alla democrazia e alla leadership. Innanzitutto i ragazzi sorvolano sull'altro invito che avevo avanzato e cioè il partecipare a una seduta in Senato, ma purtroppo date le triste contingenze la visita sarebbe comunque impossibile per qualche mese, ma quell'appello resta valido appena termina l'emergenza. Detto questo, ho avuto il piacere di sfogliare con attenzione il giornalino 'Elemento 38'. Mi complimento con gli studenti per la cura e la passione che trapela da queste pagine che probabilmente meriterebbero di essere lette anche al di fuori della comunità liceale, avanzo solo a riguardo un appunto di metodo. Nella loro nota gli studenti mi dicono che 'a scuola non vogliono fare politica perchè non è il luogo idoneo'. Ora, sorvolando per un attimo su quello che questa affermazione apodittica implica, rilevo che alle pagine 17 e 18 dello stesso giornale è dedicato un lungo servizio con tanto di foto per elogiare il ruolo svolto dalla sardine alle ultime elezioni in Emilia Romagna. Forse mi sbaglierò, ma questa doppia pagina non è da considerarsi in qualche modo una presa di posizione politica? Sperando che queste mie semplici osservazioni possano aiutare un dibattito costruttivo, rinnovo ai ragazzi i migliori auguri di un proficuo studio e la forza per superare insieme questo momento così difficile per tutti. In particolare per chi si deve apprestare a sostenere l'esame di maturità.

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