Stefano Corti
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Incredibile constatare come ora l'Anpi arrivi a pretendere di censurare il partigiano 'bianco' Romano Levoni che come unica colpa ha quella di aver conosciuto il comandante Rossi ed essere stato testimone oculare di tante nefandezze compiute dai partigiani rossi o presunti tali. Noi che in montagna viviamo e abbiamo ascoltato con attenzione i racconti dei nostri nonni sappiamo bene come andarono le cose e di come di santi ed eroi tra i partigiani ce ne furono davvero pochi. Come dimenticare le nefandezze compiute dalla banda Pini che trucidò i 15 questurini in fuga da Modena, le esecuzioni sommarie, gli stupri ei furti fino al martirio del quattordicenne seminarista Rolando Rivi e del parroco di Crocette Don Lenzini. E ancora, le efferate torture inferte ai prigionieri durante il periodo della Repubblica di Montefiorino, vieni testimoniato anche dallo stesso Gorrieri. Tutti questi fatti l'Anpi non li ha mai ricordati, in compenso ora vuole tappare la bocca ad un ex giovanissimo partigiano decorato al valore dalle forze Brasiliane. Invece di valorizzare un testimone lucido di un periodo storico su cui ancora pesa un'ombra fortemente ideologica, lo si fa passare come un anziano da zittire.

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